E prima, conietturo il bisogno vostro circa l'intelligenza dell'accidenti delle Medicee dal vostro modo di parlare, mentre dite: Le Medicee col volgersi solamente nell'epiciclo intorno a Giove, e con restare ora luminose dal Sole (credo che vogliate dire illuminate), ora dall'assenza di esso tenebrose ed invisibili. Qui, primieramente, mostrate di credere che del comparire(391) ora luminose ed ora restar tenebrose ed invisibili ne sia causa l'avvicinarsi ed assentarsi dal Sole, chč tal senso, e non altro, si cava dal vostro discorso(392): il qual detto č vanissimo, attesochč un oggetto per sč stesso tenebroso, e che da uno splendentissimo venga, in distanza, v. g.; di cento miglia, reso lucido e visibilissimo, cosa molto semplice sarebbe il dire che l'allontanarsi(393) da quello che l'illumina un braccio o due di pił, lo privasse dell'illuminazione e lo rendesse invisibile; nč pił che in tal proporzione appressano ed assentano le Medicee al Sole i diametri de'(394) lor(395) cerchietti. E non v'aspettate(396), Sig. Rocco, di potere glosare il vostro detto e ridurlo a buon senso dopo che averovvi dichiarato come cammina l'occultazione di tali stelle, perchč voi nč pur nominate i termini principali, anzi unichi e singolari, che in tale operazione intervengono. Voi non accennate, non che specifichiate, nč interposizione di Giove tra le sue stelle ed il Sole: voi non dite, Giove esser per sč stesso opaco e privo di luce, e perņ spargere il cono della sua ombra all'opposto del Sole; nč parimente dite che questo medesimo fanno le medesime stelle sue seguaci, nč mai in somma nominate eclisse: e pił questa č la sola cagione della occultazione di quelle.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestą il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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