Sappiate per tanto che la comparsa di questa novella luce dell'anno 1604 fu del tutto improvisa ed inaspettata, e si mostrò la bella prima sera della maggior grandezza che ella ritenesse(411) in tutto il tempo che fu veduta(412); cominciò poi a mostrarsi minore e minore, sin che in 18(413) mesi incirca restò affatto invisibile: nè in tutto questo tempo cangiò ella sito, ma sempre ritenne il medesimo aspetto con le stelle del firmamento, e, come una di loro, solo participava del moto diurno, restando esente da ogn'altra mutazione o per lunghezza o per(414) larghezza del cielo; talchè, se di moto nessuno fu mobile, quello non fu nè potè(415) esser altro che retto dal centro della Terra verso la sfera stellata, ma in parti altissime, alla lontananza delle quali il semidiametro del globo terrestre fusse di insensibile considerazione, poichè in lei non si scorse mai veruna mutazione di aspetto. Stante queste sensazioni, è cosa impossibile, Sig. Rocco, il mantenere che ella fusse una delle stelle eterne, che per movimento di un suo epiciclo o altro cerchio avvicinandosi comparisse, e poi allontanandosi si perdesse di vista; imperò che impossibil cosa è il far muovere in un particolar cerchio una stella, senza che ella muti aspetto con le fisse, inoltre, bisogna che sappiate, che quando per un moto circolare la stella avvicinandosi si fa visibile e poi allontanandosi si asconde, il modo del(416) comparire bisogna che sia simile a quello dell'occultarsi. Or come averebbe potuto tal stella presentarsi, in un subito ed alla prima vista, grandissima, se poi così lentamente si andò diminuendo, che non prima che in molti mesi si estenuò all'ultima esinanizione(417)? e tanto più che la sua diminuzione fu tale, e tale la differenza della sua massima e minima(418) osservabile grandezza, che così differente non si mostra Marte vicinissimo da sè medesimo lontanissimo, benchè allora sia ben 60 volte maggiore il suo apparente disco.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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Terra Marte
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