Voglio dirvi un altro punto più sottile, e scoprirvi un grande inconveniente al quale dareste luogo in questo vostro modo di salvare la venuta e la partita di questa nuova stella. Voi liberamente ammettete che potrebbe esser un epiciclo che, portandola, per alcun tempo ce la rendesse visibile, e per altro ce la allontanasse in modo che restasse occulta; e perchè il tempo del ritorno è lunghissimo, voi largamente ammettete che il periodo di una sua conversione possa essere, anzi necessariamente debba essere, di molte migliaia di anni: or sia de i settemila che voi concedete; ed essendo che il tempo della sua veduta fu di un anno e mezzo(419), facciamo il calcolo qual parte del suo cerchio ella in tanto tempo veniva a passare; che la troveremo esser manco di cinque minuti di un grado, cioè manco di una delle quattromila trecento parti di tutto il cerchio. E perchè io credo che voi pur concederete(420) che visibile ci fusse ella mentre si trovava nella parte del suo cerchio più a noi vicina, dunque apparve solamente mentre passò la 4300a parte(421) più bassa del suo cerchio: ma in una sì piccola parte di circonferenza non è punto alcuno che sia nè anco venti braccia più vicino a noi di un altro: come dunque potette variar tanto la sua visibile grandezza con l'avvicinarsi ed allontanarsi solo poche braccia, mentre nè anco centomila miglia basterebbono? Vedete, Sig. Rocco, quanto vi manca per potere fondatamente discorrere(422) di simile materia. Fate, Sig. Rocco, a modo di un vostro servitore: studiate un poco poco i primi principii di sfera, ed anco qualche cosetta di geometria, cioè tanto che vi basti per conoscere che voi di queste materie sete lontanissimo da intenderne nulla, perchè tal cognizione vi schiverà per l'avvenire l'aprir mai più bocca di cieli e di elementi(423) e di lor(424) moti circolari o retti; cognizioni, che l'istesso Aristotile confessa di torle(425) in presto da' matematici.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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Aristotile
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