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      Nč con minor gusto ricevo la seguente correzzione fraterna, dopo la quale liberamente dite che non intendete che nč io nč Aristotile nč altro uomo del mondo penetri gli arcani del cielo(437), ma a gli animi docili e moderati basta di ridurre al pių congruo, al non implicante, al verisimile. Ma se questo č, che cosa vi muove a volere per sė grande intervallo anteporre i placiti di Aristotile a quelli di un altro? Se poi nel presente caso voi sete ridotto al non implicante ed al pių congruo, potrete ora conoscer meglio che prima. Quello parimente che inserite contro(438) quel(439) temerario che si desse a credere d'intendere come sia fatto il cielo, perchč da lontano lo vede e lo contempla, casca prima sopra Aristotile che sopra di me, perchč esso assai prima di me va cercando di penetrare i cieli, nč io cerco se non di assicurarmi delle cose da esso cercate e stabilite; le quali se sono cosė incerte come voi confessate, perchč con tanto livore vi inacerbite contro chi non l'ammette, o come false le refuta(440)? Deh non avessi io mai scoperte queste novitā in cielo, di tante innumerabili non prima vedute stelle fisse, di quel che siano le nebulose, la Via Lattea, de' collaterali di Saturno, della corte di Giove, la immensa mutazione di grandezza in Marte, le importune macchie nel Sole, le gran mutazioni di figura e grandezza in Venere, le scabrositā grandissime nella Luna; deh mai io non l'avessi palesate(441) al mondo, poi che dovevano concitarmi l'odio del Sig. Antonio Rocco e di tanti altri Signori filosofi!


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestā il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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