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      E se, per sorte, col mutar l'assunto voi stimaste di poter direttamente concludere, dicendo: "Effetto della gravità è indurre velocità; adunque, dove è maggior gravità, ivi sarà maggior velocità", dubito che non incorriate in una altra sorte di equivoco, cioè in quella che(483) prova idem per idem, perchè a voler poter con Aristotile inferire che la velocità cresca secondo la proporzione delle gravità(484), non basta supporre indeterminatamente che la gravità induca la velocità, ma convien supporre che la velocità cresca secondo l'accrescimento della gravità; ma questa è poi la medesima conclusione che s'intende di dimostrare: et sic novissimus error esset peior priore.
      7. Voi, seguendo di voler pur corroborare la medesima proposizione, incorrete nel settimo errore, con dire che tutte le verità delle misure infallibili de' pesi son fondate sopra questa irrefragabile. Qui la prima e la più congrua risposta sarebbe il domandarvi che mi andaste dichiarando ad una ad una quali siano queste che voi chiamate verità di misure de' pesi, mostrandomi di più come siano fondate sopra la irrefragabile etc.; ma la mia clemenza non vuole che io vi induca a martirizzarvi in cercare quello che già mai non trovereste, perchè non è al mondo. Vi scuserò bene in parte di proferire simil concetto non falso nè vero, perchè è senza senso, essendo voi, per quello che si scorge dalla vostra dicitura, ed anco per vostra propria confessione, assai ignudo delle scienze matematiche, delle quali quella parte che considera i momenti della gravità e della velocità de' corpi, che si chiama meccanica, è membro assai nobile e principale.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





Aristotile