Userò bene, a vostro benefizio, questo atto di carità, di trarvi d'errore, se saprò esplicarmi a bastanza, con dichiararvi quello che è vero e che voi avereste dovuto e forse volsuto dire, ma vi sete confuso. Però sappiate che le gravità, le velocità e loro momenti entrano(485) nelle contemplazioni mecaniche, ma però senza mai apprender per vero che le velocità de' gravi liberamente cadenti seguano la proporzione delle gravità di quelli, perchè questo è falsissimo. Voi, per quel che io vo conietturando, avete trovato scritto (e forse nell'introduzione di Aristotile alle Questioni Mecaniche) di gravità, di velocità maggiore e minore(486), e di certo rispondere proporzionatamente questa a quella; e venutovi il bisogno, per mantenimento dell'opinione di Aristotile e vostra, avete accozzato insieme cotali parole con ordine tale, che formino la proposizione che dice(487), le maggiori e minori velocità de i mobili rispondere proporzionatamente(488) alle loro maggiori e minori gravità, in guisa tale che la velocità del mobile più grave alla velocità del men grave abbia la medesima proporzione che la gravità di quello alla gravità di questo: e qui vi sete ingannato in digrosso. Onde, per disingannarvi, sappiate, Sig. Rocco, che quella ragione certa sopra la quale sono fondate tutte le verità delle(489) misure infallibili de' pesi (uso la vostra frase, benchè di parole mal congruenti), cioè, volete dir voi, che è il primario fondamento della scienza(490) meccanica, resulta da quelle sopradette parole nel seguente modo ordinate, cioè: Quando di due corpi differenti in gravità la velocità dell'uno alla velocità dell'altro averà la medesima proporzione che la gravità dell'uno alla gravità dell'altro, i momenti loro saranno compensati e pareggiati: e però (per darvene uno esempio) vediamo noi nella stadera il piccolo romano, non più grave di 10 libbre, sostenere una balla di mille libbre, cioè cento volte più grave di lui, tutta volta che dovendosi questa e quello muovere, la velocità del romano riuscisse 100 volte(491) maggiore di quella della balla; il che accaderà quando il romano si allontanerà nell'ago della stadera cento volte più dal sostegno(492) di quella(493), che non è la piccola lontananza dove è appesa la balla: e questo si dimostra concludentemente negli elementi meccanici.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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Aristotile Questioni Mecaniche Aristotile
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