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      E se il Sig. Rocco avessi un poco di matematica, mi rincorerei di poter dichiararmi(541), in modo, che restasse capace della mia demostrazione, che sarà pura geometrica e necessaria; nella quale io entro con quella medesima limitazione della quale si serve Aristotile, mentre dice che per quello che depende dalla gravità, le velocità seguono la proporzione(542) de' pesi, e soggiunge si cetera sint paria: ed io, pigliando parimente la(543) limitazione dell'esser le altre cose del pari, dico che, per quello che deponde dalla gravità, tutti i mobili, quanto si vogliano disuguali(544) in grandezza, si moveranno con la medesima velocità; ma se ab extra si interporrà qualche ostacolo, sì come sempre di necessità s'interpone, allora la regola, per altro sicura, della gravità vien perturbata tal volta e più che sommamente alterata.
      Ora, per intelligenza di questo negozio, bisogna, Sig. Rocco, che voi sappiate, che tutti gli impedimenti che alterano e perturbano la semplicissima regola de' movimenti naturali, la quale sarebbe che tutti i mobili di qualsivoglia gravità grandezza e figura si movessero con gli istessi gradi di velocità, dependono(545) dal mezzo, il quale, per esser materiale e corporeo, nel dovere essere penetrato dal mobile se gli oppone con qualche resistenza, e la velocità di quello in più maniere ritarda(546); delle quali, una è la maggiore o minore coerenza delle parti di esso mezzo, le quali, nel dover distrarsi(547) o separarsi per dare il transito al mobile, resistono, e più le più viscose(548): e così maggior impedimento arrecherà alla scesa di una pietra la viscosità della pania, che quella del miele.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





Aristotile