di gravità sopra il mezzo, non abbia se non languidissima propensione(561) allo scendere: e dico piccolissimo e quasi nullo, mentre il movimento sia tardissimo; ma quando ei debba esser veloce, la resistenza di quello si accresce.
Da questi nominati impedimenti del mezzo derivano tutte le alterazioni e deviazioni de' movimenti de' nostri mobili materiali dall'unica e semplice natural regola, a tutti comunissima, la quale sarebbe che tutti, partendosi dalla quiete, scendessero verso il centro della Terra con moto continuamente accelerato in duplicata proporzione de' tempi, come io dimostro nella mia nuova scienza del moto. Ma cotal regola vien, primieramente, in modo tale alterata dal mezzo, che a moltissimi mobili vien totalmente levato il moversi verso il centro, cioè a tutti quelli la gravità in specie de' quali non sia maggiore della gravità del mezzo; e tutti i men gravi vengono dalla gravità del mezzo (intendendo sempre de' moti ne i fluidi) estrusi(562) e scacciati insù. A quelli poi che, superando la gravità del mezzo, discendono in virtù dell'eccesso del lor peso, vien perturbata la regola della loro accelerazione, la quale non può perpetuarsi secondo la proporzione de' numeri impari; e ciò proviene(563) dal crescere sempre l'ostacolo e resistenza(564) del mezzo all'essere aperto, secondo che cresce la velocità del mobile: però ne' mobili di materie molto gravi, in movimenti non molto lunghi, la detta proporzione quasi inosservabilmente si perturba; la quale, continuando(565) di crescere la velocità e però anco la resistenza del mezzo, si riduce finalmente a equalità(566), che poi perpetuamente si mantiene.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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Terra
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