Ma facciamo, Sig. Rocco, per vostra maggior maraviglia, l'esame di quello che accaderà tra questi medesimi mobili in un mezzo men grave, qual sia, per esempio, l'aria, della quale ponghiamo, v. g., la pietra esser 1000 volte più grave e il piombo(583) 3000, del quale, secondo la regola d'Aristotile, il moto doverebbe essere tre volte più veloce, e veggiamo quel che ne darà la regola mia, col supporre che, quando si togliesse l'impedimento del mezzo corporeo(584) (il che forse accadrebbe nel vacuo), le velocità del piombo e della pietra fussero egualissime; acciò che voi(585) possiate conoscere con qual delle due oppinioni meglio s'accordi l'esperienza. E perchè l'aria detrae dal vero peso della pietra delle 1000 parti una, ma al peso del piombo delle 3000 una, però, diminuite le velocità con simil proporzione, voi troverete che, cadendo tali mobili dall'altezza di 100 braccia, nella quale l'impedimento dell'aria cedente assai poco può avere alterata la regola assoluta del peso, il piombo nel tempo che senza l'impedimento dell'aria arebbe passato(586) le 100 braccia, ne arà passate un 3000mo manco, ma la pietra un millesimo(587), cioè tre tremilesimi; ma un tremilesimo di cento braccia(588) è circa a un(589) dito; per lo che dovrà in tale altezza il piombo aver preceduto la pietra, la quale avrà fatto un millesimo manco(590), di circa due dita. Fate, Sig. Rocco, tale esperienza con due palle di notabil grandezza, quali sarebbono di un falconetto, e resterete chiaro: e se piglierete la palla di piombo ed una di sughero(591), del piombo 100 volte men grave, quando il piombo, secondo la mia regola, arà passato le 100 braccia, il sughero ne arà scese circa 97(592), e non un solo, che sarebbe secondo la regola d'Aristotile.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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Aristotile Aristotile
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