Eccomi, Sig. Rocco, a voi con un esempio(598) più intelligibile di queste mie matematiche (uso la vostra, frase). Figuratevi un dado, che ciascheduno de' sua lati sia lungo due dita; sarà ciascheduna delle sue faccie(599) dita 4 quadre, e tutta la sua superficie(600) 24 dita quadre: segate poi quel dado(601) con tre tagli in 8 dadi, i quali saranno lunghi un dito per ogni verso, e, quanto alla grandezza solida ed il peso(602), ciascheduno sarà l'ottava parte del primo; ma la sua superficie sarà molto più che l'ottava parte della superficie del primo, perchè sarà di sei quadrati(603), dei quali la superficie del primo era 24: il peso dunque è l'ottava parte, ma la superficie è la quarta; cioè l'impedimento, dependente dall'aderenza della superficie con il mezzo, è il doppio più di quello che eleverebbe per esser superato dal peso del dado minore con quella proporzione con la quale il primo e maggior dado superava l'impedimento simile con la sua propria gravità. Che se voi di nuovo subdividerete(604) uno di questi minori dadi in 8, sarà(605) il solido ed il peso di uno di questi la 64ma parte del primo; ma la sua superficie sarà la 16ma, e non la sessantaquattresima, cioè quattro volte più del bisogno per mantenere la proporzione della resistenza. E così se noi anderemo subdividendo(606) e scemando sempre con proporzione maggiore la mole corporea che la superficie(607), cioè diminuendo quella in sesquialtera proporzione di questa, ci ridurremo a una polverizzazione di particole così minime, che la mole e gravità loro diverrà piccolissima in comparazione delle loro superficie, le quali potranno essere mille volte maggiori di quello che converrebbe acciò fusse l'impedimento della aderenza con la medesima proporzione superato dalla gravità de' loro corpuscoli: e questi saranno quei minimi atomi della sottilissima arena che intorbida l'acqua, e che non calano(608) se non in molte ore quello spazio che un sassetto quanto una noce passa in una battuta di polso.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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