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      Con tutto ciò mi anderò ingegnando di penetrar qualche cosetta con vostro guadagno(665), poi che nel fine di questa parte dite che avresti ben caro d'avere l'evidenze infallibili che vantano i matematici di simil(666) difficultà.
      Però, dove voi dite d'aver sempre stimato difficile, inintelligibile e per avventura falso, un nostro(667) comunissimo detto, Sphaera tangit planum(668) in puncto; e che a così(669) credere vi muove il manifesto assurdo e conseguenza(670) falsissima, per tale stimata da' filosofi e matematici, che ne(671) seguirebbe, che la linea verrebbe ad esser composta di punti, dove, all'incontro, e questi e quelli vogliono tutti che ogni quantità continua costi di parti, sempre divisibili; vi rispondo concedendo(672) esser difficile e sin qui stata quasi inintelligibile, ma non già mai falsa, la composizion della linea di punti(673) e del continuo d'indivisibili. Ed avvertite che voi mostrate poco studio degli autori matematici, mentre gli mettete in schiera con i filosofi, non avendo quelli trattata mai tal questione(674), se non forse qualche matematico della seconda o d'altra inferior(675) classe.
      Io, Sig. Rocco, di parere diverso da gli altri, stimo vera l'una e l'altra proposizione: essendo(676) certo che(677) il continuo costa di parti sempre divisibili, dico che è verissimo e necessario che la linea sia composta di punti, ed il continuo d'indivisibili; e cosa forse più inopinata vi aggiungo, cioè che, essendo il vero un solo(678), conviene che il dire che il continuo costa di parti sempre divisibili, col dire che il continuo costa d'indivisibili, siano una medesima cosa.


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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze
1897 pagine 1069

   





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