[62] lo dico referendo il detto d'un altro.
[63] e perchè volesti altra volta che gl'ingegni nuovi fusser tanto men vigorosi de i vecchi?
[64] ricordatevi che pur ora vi sete contradetto.
[65] di nuovo contradite a voi stesso, che altra volta m'avete imposto ch'io dica, la natura e Dio non aver consumata la facoltà di produrr'ingegni eccellenti.
(365) Su quest'ultime parole GALILEO ha richiamato l'attenzione non soltanto col sottolinearle, ma anche con un segno in margine. Cfr. in questa stessa pagina, lin. 28-29 [EDIZIONE NAZIONALE].
[66] ma se questo è, Sier bestia, perchè volete per sì grand'intervallo anteporre i placiti d'Aristotile a quelli di un altro?
M. Rocco, queste esaggerazioni vanno prima contro Aristotile che contro di me, perchè esso va cercando di penetrare i cieli assai prima di me, nè io cerco se non d'assicurarmi delle cose da esso cercate e stabilite.
[67] ma se voi non conoscete il cielo meglio di me, con quale audacia anteponete i vostri giudizii a i miei?
[68] E questa nota parimente va più sopra Aristotile che sopra di me, che mancò di tante osservazioni e strumenti che io ho.
[69] che io delle persone idiote e che poco a fondo peschino, faccia poco aqquisto, nissuno meglio che voi stesso ve ne può render certo.
[70] e chi vi assicura che gli onori offertivi delle cattedre non venissero da persone di questa sorte? Eccettuatene almanco quelli che volevano onorar voi di catedre etc.; altrimenti dirò che fussero del gregge che dite voi, de i balordi, e che voi foste un di quelli che non meritano d'essere onorati.
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Le opere di Galileo Galilei
Edizione nazionale sotto gli auspici di sua maestà il re d'Italia. Volume VII
di Galileo Galilei
Tipografia Barbera Firenze 1897
pagine 1069 |
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