Noi non ci credemmo lecito nč di sacrificare le native fattezze degli autografi, per conformarli alle copie manoscritte o alle stampe; nč di far riassumere a queste per forza quella veste genuina che fu loro strappata, esponendoci al pericolo di aggiungere agli altrui i nostri arbitrii.
La fedeltą, che credemmo doverosa, alle fonti, non spingemmo perņ fino al punto di conservare nel testo quelli che manifestamente non potevano giudicarsi altro che o trascorsi materialissimi della penna dello scrivente o errori del copista o alterazioni dell'editore o sbagli del tipografo: in questi casi pertanto abbiamo corretto il testo, e la lezione errata abbiamo registrato, quando metteva conto (cioč soprattutto quando veniva da autografi, e specialmente di Galileo), appič di pagina(8). Quivi sono state notate anche quelle parole o frasi (sempre che abbiano qualche importanza) che si possono leggere negli autografi sotto le cancellature, e che poi furono o cambiate con altre o del tutto omesse; e spesso č tenuto conto dell'essere un tratto, pił o meno lungo, aggiunto (ben s'intende, ove non sia avvertito in contrario, dallo scrivente stesso) tra le linee o in margine**.
Le lacune, anche soltanto di parti di parole, che dipendono da guasti dei manoscritti, sono state indicate con parentesi quadre, dentro alle quali abbiamo supplito ciņ che č andato perduto, e abbiamo posto dei puntolini quando non ci parve abbastanza certa la supplitura. Alle parole di dubbia lettura soggiungemmo, tra parentesi, un punto interrogativo; nei pochi luoghi poi ne' quali non ci riuscģ, nemmeno con l'aiuto di persone praticissime, d'interpretare la scrittura, ponemmo dei puntolini tra parentesi di questa forma < >. Nč ci astenemmo di notare con sic qualche parola, o qualche tratto, di lettura, per contrario, sicurissima, ma che per uno o per un altro motivo potrebbero far sorgere dubbi in chi ha dinanzi solamente lo stampato nostro.
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