Dio vi doni ogni contento.
Tenete in voi; et se si dice, lasciate dire, ch'un paio di orecchi seccono cento lingue.
Di Pisa, il dì XVI di Luglio 79(22).
Vostro Compare
Muzio Tedaldi.
Fuori: Al Molto Mag.co Mess. Vinc.o Galilei, Compare Hon.do in Fiorenza.
In Fiorenza.
7*.
..........................a..........(23)
Bologna [1588].
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. V. T. II, car. 6. Copia sincrona, probabilmente dall'originale. A tergo, di mano di GALILEO, si legge: Giudizio sopra una mia prop.ne, fatto in Bologna.
Molto Ill.re Sig.r
Il mio amico loda infinitamente lo inventore di questa speculatione, et insieme col Sig.r Moleto lo giudica molto versato nelle matematiche. Et solo per mostrar che egli l'habbia veduta, quanto al lemma, dice che pare che gl'antecedenti et consequenti nella construttione si variino da quello che erano nella proposta. Et benchè questo lemma non sia il medesimo con la nona d'Archimede, nel 2° trattato del Tartaglia, par non di meno nato di là, et sotto la forma di quella propositione constretto, et simile ad una propositione che egli già molti anni fece, nella quale, sì come Archimede toglie i due quinti della massima et l'amico di V. S. un quarto, egli toglieva un ottavo, seguendo, ne l'altre, con simili proportionalità, nel lor genere. Et dice non esser molta fatica, seguendo la forma d'Archimede, formarsene assaissime.
Quanto al teorema, egli dubita se il centro del pezzo della piramide sia il punto o: per ciò che, stando la deffinitione del centro delle gravità de' corpi posta da Pappo et adoprata dal Marchese Del Monte nelle Mecaniche, non segue che se per lo centro o supposto passerà un piano, quel pezzo si divida in due parti ugualmente pesanti, come dovria quando fosse veramente il centro.
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