Al molto Ill.re et Rev.mo Mons.orCappone Capponi, mio S.r Col.mo
Pisa.
Mons.r Rev.mo
La cagione che mi ha trattenuto qua è stata molto diversa da quella che mi fece partir di Pisa, atteso che, sendomi io partito per servizio della S. Lucrezia Capponi, come dissi a(74) V. S. R.ma, et havendo finito quanto per suo servizio far devea, mi è convenuto poi assister qua appresso mia madre, sopraggiunta da gravissima infirmità, et quasi che mortale: et la credenza che havevo, che in breve fosse per vedersi l'esito di tal malattia, mi ha trattenuto di giorno in giorno, senza significare a V. S. R.ma tal mio impedimento. Intendendo dal S. Giulio Angeli, che la cura, il male dovere essere per andare in lungo, et essendo noi hor mai allo scorcio dello Studio, mi tratterrò con buona grazia di V. S. R.ma appresso detta inferma, persuadendomi che la presenza mia sia per essergli di grandissimo alleviamento. Et acciò V. S. R.ma e il Sig.r Buonaventura non restino mal satisfatti, havendo io di già havuta tutta la mia provvisione, ho ordinato a M. Lionardo Pegolotti, che sarà l'apportatore di questa, che satisfaccia a, tutte l'appuntature, che per la toga e per le lezioni lasciate mi fossero occorse(75). V. S. R.ma dunque li ordini quanto far deve, che ad ogni suo cenno sarà satisfatta. Intanto V. S. R.ma mi conservi in sua grazia et mi comandi, assicurandosi che i comandamenti suoi saranno da me stimati favori singolarissimi. Et qui con ogni debita reverenza li bacio le mani.
Di Firenze, il dì 2 di Giugno 1590.
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