La picciola l'ho fatta io stesso già alcuni mesi; ma perchè parmi che non abbia tutta quella bona grazia che vorrei, volevo accomodarla, il che poi non ho voluto tentare, perchè in vero mi è passata la voglia di lavorare: onde volendo far una macchinetta picciolissima, prego V. S. Ecc.ma operar che M.o Fait me la accommodi subito, siccome anco desidererei che accommodasse anco quell'altra, sì che lavorasse politamente. E mi perdoni della briga.
Ho fatta fare una macchinetta, con una ruota d'avolio, con la vite perpetua incavata, come quelle di M.o Fait, ma però senza torno, col semplice scarpello: riescì assai bella, per esser fatta da maestro novello. Ne ho anco fatto principiar una quasi tutta di ferro, in forma di quelle di M.o Fait, da strassinare, ma con una ruota di più: non so come riuscirà ben fatta, poichè il marangone fa l'uffizio del fabro e non vuole ubedire; e servendo cotali cose più per galanteria che per altro, mi rincresce che l'ostinazione di costui le tolga quel poco di gentile che se gli potrebbe dare con qualche ornamento. E per fine me le raccomando.
In Venezia, a XVII Genaro 1602.
76.
GALILEO a BACCIO VALORI in Firenze.
Padova, 13 marzo 1602.
Scrive il NELLI, Vita e Commercio letterario di Galileo Galilei ecc. Vol. I, Losanna, 1793, pag. 138, nota 1, che l'originale di questa lettera era nella libreria RINUCCINI in Firenze: ma le ricerche da noi fattene sono state inutili: e dobbiamo valerci d'una copia del secolo XIX, che è nella Biblioteca Nazionale di Firenze.
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