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      Quanto a che lo instrumento di V. S. fusse riuscito(181), se ben in mente mia già ne sapevo l'esito et me lo teneva per certo, come V. S. lo avisa pure, per il suo aviso seco me ne rallegro, et prego Dio li porga maggior occasione di palesar il suo valore.
      Quanto a' miei studii, io son disperato; chè da che son qui, non ho havuto tanto agio di aprir pur un libro. Vi causa ben in parte la mia natura, che per ogni poco di occasione mi disvio di sorte da camino, che no fo più cosa bona: ma che direbbe V. S. s'io li dicessi che voglio far come colui che buttando la berretta in terra maledisse il suo troppo senno, già che ogn'uno mi vol dar delle brighe e delle comissioni, talchè io, che fuggo la fatica, non mi par di haverne sì poca in levarmi da torno le cure et molestie d'altri? senza che le mie proprie non mi dan sì poca occupatione; talchè io credo di voler andar disponendo le cose in maniera che me ne vorrò fuggire, per poter goder de l'otio et della consolatione di continuare nel mio studio. Però quando sarà a tempo, V. S. sarà avisata di tutto. Intanto non posso salvo dirli, che de' tanti fatti ch'io pretendevo di far a casa mia, non ho fatto altro che attendere al palazzo; et della mia carissima matematica nè de l'altra arte spagirica non ho fatto cosa alcuna, giachè di quella son(182) fornito di stromenti a compimento, et di quest'altra non ho tanto vedro che le donne potessero farne la punta a soi fusi, nè tanto carbone che potesse dissegnare un di quegli animali che eran dipinti nella mia camera della contrada de' Vignali(183).


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





Dio Vignali