..".
Ill.mo Sig.e e P.ron Col.mo
V. S. Ill.ma scusi la mia importunità, se persisto in voler persuaderle vera la proposizione de i moti fatti in tempi uguali nella medesima quarta del cerchio(193); perchè, essendomi parsa sempre mirabile, hora viepiù mi pare, che da V. S. Ill.ma vien reputata come impossibile: onde io stimerei grand'errore e mancamento il mio, s'io permettessi che essa venisse repudiata dalla di lei speculazione, come quella che fusse falsa, non meritando lei questa nota, nè tampoco d'esser bandita dall'intelletto di V. S. Ill.ma, che più d'ogn'altro la potrà più presto ritrarre dall'esilio delle nostre menti. E perchè l'esperienza, con che mi sono principalmente chiarito di tal verità, è tanto certa, quanto da me confusamente stata esplicata nell'altra mia, la replicherò più apertamente, onde ancora lei, facendola, possa accertarsi di questa verità.
[vedi figura 088a.gif]Piglio dunque due fili sottili, lunghi ugualmente due o tre braccia l'uno, e siano AB, EF, e gli appicco a due chiodetti A, E, e nell'altre estremità B, F lego due palle di piombo uguali (se ben niente importa se fussero disuguali), rimuovendo poi ciascuno de' detti fili dal suo perpendicolo, ma uno assai, come saria per l'arco CB, e l'altro pochissimo, come saria secondo l'arco IF; gli lascio poi nell'istesso momento di tempo andar liberamente, e l'uno comincia a descrivere archi grandi, simili al BCD, e l'altro ne descrive de' piccoli, simili all'FIG; ma non però consuma più tempo il mobile B a passare tutto l'arco BCD, che si faccia l'altro mobile F a passare l'arco FIG. Di che mi rendo sicurissimo così:
| |
|