Questa è la somma schiettissima di quanto è stato proposto et risposto: nel che, sì come non ho hauto mai altro scopo che di reverire l'A. V. et con ogni possibil modo compiacerla, ubidirla et servirla, così, se si riguarderà l'integrità dell'animo mio, credo che niuno potrà riconoscervi altro che purissima sincerità; ma pure, quando per mia cecità io non ci scorgessi quei falli che altri di vista più purgata vi scuopre, perdoni l'A. V. S. et scusi la mia debolezza, se dall'insolito splendore abbagliata ha in qualche cosa inciampato, et sia certa che non meno in assenza che in presenza gli sarò sempre humilissimo et devotissimo servo. Et qui con ogn[i] maggior reverenza inchinandomeli, della [sua] gratia la supplico, et da Dio li prego il colm[o] di felicità.
Di Padova, li 22 di Maggio 1604.
Di V. A. S.maHumiliss.o et Oblig.mo Servo
Galileo Galilei.
Fuori: Al Ser.mo S. Duca di Mantova,
Sig.re e Pad.ne Col.mo
98*.
COSTANZO DA CASCIO a GALILEO in Padova.
Napoli, 24 maggio 1604.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VII, car. 47. - Autografa.
Molto Mag.co Sig.r mio P.rone Oss.mo
Doppo che io ultimamente fui in Padova per visitare il Santo e V. S. ancora, subito ritornato in Ferrara, fui spedito per Napoli dalla felice memoria del Card. Matthei, nostro Protettore in quel tempo, per ordine di N. S., con occasione assai honorata; et fatto quanto havevo ordine di fare, supplicai di restarmene qua per alcun tempo, dove anco mi ritrovo al presente con molta mia sodisfatione, havendoci imparticolar ritrovatoci il Sig.r Giovan Camillo Gloriosi, Dottore di Filosofia et Theologia et sopra tutto eccellentissimo in qualsivoglia genere di mathematiche, col quale ho hauto tutto questo tempo strettissima conversatione.
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