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      Hora detto Signore ha fatto ferma resolutione di voler partirsi di questo Regno, e desidera di ritirarsi in qualche parte dove potesse manifestare la virtù e valor suo: et io, perchè so quanto V. S. ama la virtù et imparticolare quella delle mathematiche, e quanto desidera giovare a quelli che in esse hanno fatto ragionevol frutto, ho preso sicurtà con lei di raccomandarnelo con tutto il core, caso che costà in quelle parti di Lombardia ci fusse qualche occasione o di lettura ordinaria o di qualch'Achademia e d'insegnare a particolari in Venetia o altrove; perchè l'assicuro io che è huomo per dar conto di sè, e far honore a V. S., se lo promoverà, et utile a quelli ch'insegnerà. L'havevo raccomandato alli giorni passati al Sig.r Christoforo Papponi per lo Studio di Pisa; ma habbiamo trovato il luogo occupato da uno che si domanda il Pomarance, favorito dalla Gran Duchessa. Se questo si partisse, serebbe facil cosa che, col favor di detto Sig.r Christoforo, ottenesse quella lettura: fra tanto se a lei li venisse occasione alcuna, di novo la supplico si degni di favorire questo così virtuoso giovane, che riceverà il merito da Idio e laude da gli huomini. Altro non li dirò in questo fatto, sapendo che con lei non occorre fare molte cerimonie.
      Dipoi, quando fui costà in Padova, mi ricordo che li domandai come si poteva dimostrare che dui corpi d'una medesima specie et figura, equali o vero inequali, per il medesimo mezzo havessero la(216) medesima velocità di moto; et lei mi assegnò dui ragioni, per le quali si conduceva l'aversario a dui inconvenienti.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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