Nel resto mi vaglio molto del Ticone, che tanto e così egregiamente ha scritto sopra quella del 1572 nella prima parte de' Proginasmi(226), della dignità a carte 320 avanti e dopo, dell'altezza a carte 398 e seguenti, della materia a car. 794 nella conclusione, dove anco dilucida la vera dottrina della Via Lattea contro Aristotile: e per tutto ci sono ragioni comuni a periti et imperiti. Ma se questi Peripatetici volessero supplire al mancamento della lor filosofia, si doveria far due cose per sapere il vero: la prima, che loro prestassero gli orecchi e la mente con patienza; la seconda, che V. S. Ecc.ma gli mostrasse e con dottrina e con essempi la necessità delle parallassi, insin con l'esperienza fatta in terra, acciò, a guisa de' filosofi o soffisti antichi che negavano ogni scienza, ma che, convinti dalle matematiche, dissero pur trovarsi il sapere, così loro fussero costretti a confessar il vero. Ma se sin hora non intendono che purus in una scientia est asinus, come sarà mai possibile piegarli a questo? Hor facia Dio, che ad altri si fa chiaro, ad altri oscuro. Io ho detto abastanza. Mi duole non esser in Padova in questi tempi, sì per goder le sue lettioni, sì per sentire l'infinite confabulationi e farmi scoglio di contraditioni ancor io, ma da scherzo e per burlare. E con questo le bacio la mano, e da N. S. Dio le prego ver'allegrezza.
Di Verona, li 25 Novembre 1604.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDeditiss.o Ser.re
F. Ilario Altobelli.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo S.r P.ron Col.mo
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