Qui è stato un gran bisbiglio della stella nova, la quale habbiamo trovata nel 17 grado di [vedi figura saggitar.gif], con latitudine borea di gradi 1 1/2 in circa. Se V. S. ha fatto qualche osservatione, mi farà piacere d'avisarmi. Il Magino mi scrive d'haverla anco lui osservata nel medesimo grado; et così anco scrivono di Germania e Calabria.
Vegga V. S. se posso niente per lei; et se non havesse havuta il libro della nova descrittione d'horivoli per via delle tangenti(229), insieme con un compendio brevissimo(230), me lo significhi, che non mancarò di mandargli lo. Et con questo fo fine, pregandogli da Dio ogni bene. Et li baccio le mani.
Da Roma, alli 18 di Xbre del 1604.
Di V. S.
Servo nel S.re Affett.moChristoforo Clavio.
Il libro verrà con la prima commodità, che speriamo debba essere per il Clar.mo Sig.r Giorgio Cornaro; et li sarà consegnato dal Sig.r Marcello Barisone.
Fuori: Al molto Mag.co S.orIl Signor Galileo Galilei, Mathem.co Excellentissimo, mio Oss.mo
Padova.
110*.
LEONARDO TEDESCHI a [GALILEO in Padova].
Verona, 22 dicembre 1604.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VII, car. 56-65. - Autografa, cominciando dalle parole "perchè il sole non può luminar"; originale, di mano d'amanuense, nella parte precedente.
Molt'Ill.re et Ecc.mo mio Sig.re Col.mo
Non posso far ch'io non le mantenga la promessa; ma credami che non vorrei esser trascorso tant'oltre, promettendole de dir il mio parer intorno a cosa tanto dificile, per non dire impossibile a sapersi da qual si voglia ingegno, benchè sottilissimo, che humano sia; sì che se mai ho provato esser vera quella propositione d'Aristotile: Sicut se habet oculus noctuae ad lumen solis, ita se habet intellectus noster ad ea quae sunt manifestissima in natura, in questo chiarissima la mi si scopre.
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