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      Di più, se per condensatione si fosse generata, seguirebbe pure che nel principio fusse apparsa manco lucida, et che a poco a poco havesse aquistato la sua maggior chiarezza, procedendo la condensatione per moto, che non si fa in instanti: il che però non c'è occorso vedere.
      Resta dunque concluder che non sia luce in un solo corpo celeste fundata; sì come nè anco in doi, che tutti elementari siano, se si hanno a memoria le ragioni mathematiche con le quali ho provato che non possi esser elementare. Hor mi bisogna mostrare che non sia parte celeste, parte elementare: il che non mi sarà dificile. Perchè, o che il corpo di questa luce sarebbe, efficiente il celeste, et il recipiente elementare, o il contrario: il che non può essere, perchè seguirebbe che se la luce è perfettione, li elementi potessero a i cieli dar perfettione, et così haver in loro attione, cosa molto assurda da dirsi; sì come nè anco può il contrario avenire, massime in questa luce, cioè che il corpo celeste sia l'efficiente, che nella elementare essalatione co i suoi raggi perquotendo, a quella comunichi la sua luce, cioè che il corpo celeste sia l'efficiente per refrattione di quelli. Imperochè l'istessi inconvenienti(236) occorreriano, che ho mostrato occorrere se si dicesse questa esser luce in un solo corpo elementare fundata: poi che nè da noi si potrebbe vedere, nè così lucida apparirebbe, et gran diversità d'aspetto ci mostrarebbe, aggiungendovi anco che detta essalatione sarebbe o poca o assai: se poca, non sarebbe veduta da paesi non molto anco lontani; se assai, molte luci a questa simili ci farebbe apparire, et di più ci nasconderebbe quella stella che percotendo in detta essalatione sopra lei diretta ci causasse quest'altra nova luce; il che però non occorre, numerandosi oltre questa nel cielo tutte quelle stelle che per l'adietro sono state osservate.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710