Al terzo loco pongo altresì chiara et, per mio creder, efficace raggione. Se la materia degli orbi celesti fosse soda, come non veggiamo noi che evidentemente sarebbero impediti i raggi de' pianeti et dell'inerranti stelle? sì che non si potrebbero liberamente trasmetter in questi elementi inferiori? Questo si può sufficientemente osservare in lucidissimi cristalli o altra materia più trasparente, ma soda in sè stessa.
Da queste raggioni si può facilmente credere che la materia del cielo sii atta per condensarsi: et se si può condensare, di gracia non dubbiti alcuno ch'ella sii alterabile et corrottibile, perchè questa, se la vogliamo dire alteratione, non è destruttiva, ma perfettiva. Et per darli compita sodisfattione, io dico: O vero quella varietà tra le stelle et l'altre parti del cielo importa propria alteratione e contrarietà; o non. Si deve dire che no, perchè è varietà perfettiva. Così donque, che si formi nova stella per condensatione delle parti del cielo, non importa contrarietà o varietà destruttiva, ma perfettiva. Se donque non repugna alla materia celeste condensarsi et far apparere nova stella, non è da creder che non vi si trovi agente proportionato per effettuar questo, per non haver questa potenza in vano. Questo naturale agente potrà facilmente esser creduto il lume de' pianeti, et a gran raggione; poi che operando questo istesso nelle cose inferiori, mediante però il calore prodotto dalla reflessione de' raggi loro, si deve inferire che il lume istesso servi natura di operare; et sì come deriva da materia celeste, così quella a punto può esser disposta materia all'immediata operatione sua; et sì come qui a basso con il calore congrega et adduna le cose consimili et separa le dissimili, così nell'8° cielo deve congregare et condensare quella materia in sè stessa consimilissima, et deve congregare come si è detto, perchè opera secondo il suo principio, che è corpo delle stelle et luminari denso et congregato.
| |
|