Ella ha havuto l'esser da caggione non permanente, come è il concorso de pianeti; adonque non può ella esser senza fine, poichè l'effetto partecipa solo la natura della causa, non più oltre. Così l'ho vedut'io nei giorni passati, poi che è fatta orientale, sminuita in gran parte.
Non ho potuto esser più breve, in materia non così chiara: però lei mi perdoni s'ho trapassato il foglio. Che per fine li baccio le mani.
Di Verona, a 15 di Gen.o 1605.
Di V. S. Ill.re et Ecc.maAffett.mo Servitor
Ottavio Brenzoni.
116.
BALDASSARE CAPRA a GIO. ANTONIO DELLA CROCE.
Padova, 16 febbraio 1605.
Cfr. Vol. II, pag. 289 [Edizione Nazionale].
117*.
[GIROLAMO SPINELLI] ad ANTONIO QUERENGO [in Padova].
Padova, 28 febbraio 1605.
Cfr. Vol. II, pag. 311 [Edizione Nazionale].
118*.
GIOVAN FRANCESCO SAGREDO a GALILEO in Padova.
Venezia, 12 marzo 1605
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXVIII, n.° 36. - Autografa.
Ecc.mo S.r Hon.mo
Ho havuto tanto tardi la lettera di V. S. Ecc.ma, che non si è potuto preparar alcuna cosa per sollevarla dal travaglio che ella mi scrive(253); ma dimattina si farà(254) ogni possibile, e se le manderanno anco lettere di favor per l'Ill.mo S.r Podestà.
Hebbi le sue scritte dal P. M.ro Paolo, insieme con li cecchini quattro; il che credo che ella habbia fatto per darmi essempio di quello che io ho a fare quanto le scrivo per baretti o altro. Mi spiace della sua infirmità, e prego N. S.re che al gionger di questa ella habbia recuperata la sua sanità. E me le raccomando.
In V.a, a 12 Marzo 1605.
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