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      Di V. S. Ecc.maAff.mo per serv.la
      Gio. Fran. Sag.
      in fretta.
     
      Fuori: All'Ecc.mo S.r Hon.moIl S.r Galileo Galilei, Mathem. di
      Padova.
     
     
     
      119*.
     
      ALESSANDRO SERTINI a GALILEO in Padova.
      Firenze, 16 aprile 1605.
     
      Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXIX, n.° 110. - Autografa.
     
      Ill.re ed Ecc.mo Sig.r mio,
     
      Io ho havuto carissimo d'intender da V. S. che la mia lettera non ha trovato luogo o possibilità di operare effetto alcuno appresso di lei in raccomandazione del Sig. abate Giugni(255), già che V. S. dice che la gentilezza e i meriti di lui havevano di maniera occupata la grazia e l'animo di V. S. per prima, che ogni augumento rimaneva impossibile. Nè meno caro lo ha havuto il Sig. Cav.re, padre(256) del Sig. abate, il quale con grandissimo gusto ha veduto la lettera che V. S. mi scrive. E benchè da quello che ella mi dice io vegga che Firenze non può sperare di haverla a rihavere, tutta volta non voglio già perder la speranza che noi ci habbiamo a riveder quando che sia, o per la venuta sua qua, o per la mia in codesti paesi.
      Il mio fratello bacia le mani a V. S. infinitamente, e desidera ch'ella lo consigli a che parte delle mathematiche si debbe appigliare, presuposto, come io le scrissi già, ch'egli abbia veduto Euclide. Dico questo, massimamente perchè V. S. scrive che, havendo questa scienza molte parti, vorrebbe sapere che qualità di libri il mio fratello desidera, per poterli provvedere. Le dico per tanto ch'e' si rimette a lei, la quale sa benissimo quali sia meglio ch'e' pigli a vedere prima, e quali poi.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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