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      La supplico pertanto ad esser servita di farmi tal grazia; et a Lei stessa con ogni humiltà inchinandomi, prego da Dio il colmo di felicità.
     
      Di Padova, li 29 di Xmbre 1605.
      Di V. A. S.maDev.mo et Hum.mo Servo.
      [vedi figura 131.gif]Fuori: Al Ser.mo Principe di Toscana etc.
      mio Sig.re Colend.mo
     
     
     
      132.
     
      COSIMO DE' MEDICI a GALILEO in Padova.
      Cerreto, 9 gennaio 1606.
     
      Bibl Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIV, car. 15. - Autografe la lin. 20 [Edizione Nazionale] e la sottoscrizione.
     
      Molto Mag.co mio Dilett.mo
     
      Ho riconosciuto nella lettera di V. S. de' 29 del passato la molta modestia che conobbi in lei continuamente mentre l'estate passata si lasciò godere in queste bande, ma non vi harei già voluto vedere quel timido rispetto o dubbio d'esser notato di temerità, se senza altri internuntii m'havesse scritto: perchè in questo modo, o V. S. dissimula di conoscere i proprii meriti, o crede che non sieno ben conosciuti da me. Dell'eccellenti virtù sue ho veduto saggio tale in me stesso, che deve credere che ne conservi et continua et viva memoria: et se bene quel virtuoso seme che V. S. s'ingegnò di spargere nell'intelletto mio, per varii accidenti non ha fruttificato, come forse poteva et doveva, tuttavia spero in Dio che se occorrerà che ella torni a rivederlo, non lo troverà forse tanto soffogato, che la buona cultura sua non possa germogliare. Et quando ritorneranno in qua gli istrumenti d'argento, segnati et accomodati da lei, mi saranno facilmente et di ricordo et di stimolo a ripigliarli et essercitarli un poco.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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