Mi incresce infinitamente che e' si interponga tante cose per allungare quello che io speravo che a quest'hora dovessi esser fatto nella persona vostra, l'augumento: pure voglio sperare che, con questo nuovo Principe(284) che haranno, s'habbia a risolvere in bene il tutto; et lei non mancherà di tenerlo ricordato al S.r Residente. Et io restando per sempre farli servitio, li bacio le mani: e Dio la guardi.
Di Fiorenza, li XXI di Gen.o 1606, ab Inc.neDi V. S. Ill.re
S.r Galileo.
Aff.mo Ser.reVinc.o Giugni
Fuori: All'Ill.re et Ecc.te S.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei, in
Padova.
135.
GALILEO a MICHELANGELO GALILEI in Padova.
Venezia, 11 maggio 1606
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IV, car. 17. - Autografa.
Car.mo et Honor.do Fratello,
Ho inteso quanto per la vostra mi scrivete, et mi dispiace infinitamente non solo di non poter venir costà subito, ma di non esser venuto 10 giorni sono, rincrescendomi infinitamente questa stanza di Venezia; ma già che sono qui, voglio pur vedere se posso cavar qualche resoluzione del mio negozio, dandomi questi Signori speranza di esser per ridursi il giorno di Pasqua(285), et si scusano di non poter attendere a questo negozio nè ad alcuno altro, eccettuatone quei di Roma, che li tengono impediti giorno e notte. Però potrete dire all'amico che vi ha parlato per quel Signore todesco, che io sarò costà alla più lunga l'ultima festa di Pasqua, dopo il qual tempo potrò attendere a quel Signore, et che fra tanto me li offerisca et vegga di trattenerlo.
Iersera a due hore di notte furono mandati via li Padri Giesuiti con due barche, le quali dovevano quella notte condurli fuori dello stato.
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