Et io, ricordandole il mio desiderio di servirla, le bacio con ogn' affetto la mano.
Da Pisa, alli 25 di Gennaio 1606(300).
Di V. S. Ill.reS.r Galilei.
Aff.mo Serv.reCurzio Picchena.
Fuori: All'Ill.re Sig.r mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei, Lettore Matematico in
Padova.
150.
GALILEO a CURZIO PICCHENA in Pisa.
Padova, 9 febbraio 1607.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IV, car. 21. - Autografa.
Ill.re Sig.re et Pad.ne Osser.mo
L'Ecc.mo S. Minadoi da Rovigo è da me benissimo conosciuto; anzi in questa mia lunga malattia mi ha visitato insieme con l'Ecc.mo S. Aqquapendente, stimandolo io tra i migliori medici che oggi siano in questa città. Egli fu nella sua gioventù medico del Ser.mo di Mantova, padre del presente Duca: dopo, fu due volte in Soria et dimorò in Aleppo, medico della nazione: venne poi a Venezia, et 7 anni sono fu condotto a leggere in questo Studio, dove ha mantenuto et mantiene il luogo suo honoratissimamente, con frequenza di scolari et satisfazione di quelli che si prevagliono dell'opera sua. È huomo di anni 50 in circa, di aspetto grato, gioviale, et di maniere et costumi piacevoli et honesti, et al parer mio da dar satisfazione non meno nelle corti che nelle catedre. È di presente fuori di condotta, et procura salire di grado et di stipendio: incontra qualche difficoltà, sì per le condizioni de i tempi, sì per il contrasto de i concorrenti, che domandano il medesimo luogo. Esperienze segnalate particolari non potrei nominare a V. S., le quali, sì come avvengono rare, così vi ha gran parte la fortuna, che le presenti più a questo che a quello; ma il buon credito che ha qua, non è nato se non dal valor suo, mostrato nelle cure, ne i collegii et nella lettura.
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