Et questo è quanto posso dire a V. S., la quale mi scuserà se haverà tardato ad haver la risposta, perchè le lettere da alcuni mesi in qua vengono a Padova tanto più tardi dell'ordinario, che non si può rispondere se non 8 giorni dopo il consueto. Sì che potrà V. S. scusarmi con Madama Ser.ma, et con occasione baciarli humilissimamente la veste in mio nome, ricordandomeli devotissimo servo; et l'istesso la supplico a far apresso il Ser.mo Principe, baciando di più con ogni reverenza le mani a tutti quei Signori di Corte che lei sa che mi amano. Et a V. S., offerendomi servitore obligatissimo, bacio le mani et prego da Dio felicità.
Di Pad.a, li 9 di Febraio 1607.
Di V. S. Ill.reSer.re Oblig.mo
Galileo Galilei.
Fuori: All'Ill.re Sig.re et Pad.ne Osser.moIl S. Curzio Picchena.
Pisa,
in Corte.
151.
BALDASSARE CAPRA a GIOACCHINO ERNESTO DI BRANDEBURGO.
Padova, 7 marzo 1607.
Cfr. Vol. II, pag. 429 [Edizione Nazionale].
152*.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Padova.
La Cava, 1° aprile 1607.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal.,P.VI, T. VII, car. 80. - Autografa.
Eccell.mo Sig.r mio,
Per le correnti turbolentie son stato necessitato a mancar del debito mio, con non dar conto a V. S. del stato mio: hora, con l'occasione del nostro Capitolo Generale, prima li faccio profonda riverenza, dandoli aviso che il stato mio è assai megliore di quello a che io sto di continuo preparato; poi vivo al servitio di questo mio prelato(301), che non manca honorarmi; leggo una lettione d'Euclide, del quale io già ho visto il 7°, 8°, 9° et sin alla quarantesima del X°, et di lì, suffocato dalla moltitudine (per confessar il peccato mio) de' vocaboli, profondità delle cose e difficultà di demonstrationi, mi son trasferito al'XI, XII e XIII, de' quali ho visto tutto quello che dalle viste propositioni dependeva.
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