Il S.r Galileo Galilei, Professore di Matt.a, inPadova.
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GIACOMO ALVISE CORNARO a GALILEO [in Venezia].
Padova, 21 aprile 1607.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VII. car. 82. - Autografe le lin. 26-27. [Edizione Nazionale]
Molto Ill.re et Ecc.mo sempre mio Hon.mo
Dalle lettere di V.S. Ecc.ma, ch'io ricevei hieri, et da queste d'hoggi, ho inteso come passa la facenda col Capra, rallegrandomi che li S.ri Reformatori voglino darle campo di giustificare le sue giustissime ragioni nel modo ch' ella mi scrive, che sarà certo il migliore di tutti gli altri per reprimere l'arroganza del detrattore della fama di V. S. et convincerlo di maligna ignoranza, come mi rendo sicuro; dolendomi di non poter esser presente a prova che mi saria gratissima di vedere.
Ho fatto intender a diversi quanto ella mi scrive; et il S.r Cavaliere(308) non mancarà di adoperarsi col S.r Nonstiz(309) et con altri. Al S.r Consalvo ho fatto parte di ciò ch'ella desidera, il quale venirà a trovarmi; et daremo buonissimo ordine. Ma io mo' dubito che pochi di questo Studio siano per venire costà: onde direi, che saria bene di procurare un altro simile congresso qua in Padova, con l'intervenimento de' Sig.ri Rettori della Città. Hieri parlai con il Pilan, il quale m'ha detto d'haver comperato il libro del Capra, et vedutolo diligentemente, trova ch'esso ha rubato da V. S., dal Magini, et da quel tale Tedesco, o Fiamingo(310), et che non vi è cosa di suo: onde non si può dir a bastanza della sfacciataggine di quel giovane prosontuosissimo.
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