Non mancarò di fare, et far fare ad altri, di quelli ufficii che V. S. m'ha scritto; la quale vorrei ch'invitasse Girolamo(311) a trovarsi presente al cimento, perchè potria condurvi anco altri di buon giudicio. Et io glie ne scrivo. Che sarà per fine, pregando a V. S. Ecc.ma ogni più compito contento, conforme al molto merito suo, et di favorirmi di baciar la mano affettuosamente alli Sig.ri Riformatori miei Sig.ri, a' quali non ho scritto, nè scrivo, parendomi che non vi sia bisogno alcuno.
Di Pad.a, li 21 d'Aprile 1607.
Per servire a V. S. Ecc.ma
Sempre prontiss.o et obl.moG. A. C.
157*.
GIACOMO ALVISE CORNARO a GALILEO in Venezia.
Padova, 24 aprile 1607.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VII, car. 83. - Autografa.
Molto Ill.tre et Ecc.mo S.r sempre mio Hon.mo
L'avertimento di Girolamo(312) sopra il libretto stampato dal Capra De logica(313) non è stato inconsideratamente dato a V. S., perchè potrebbe essere ch'egli havesse posto, sotto suo nome, della materia de quei libri manuscritti dello Scocese, ch'io diedi ad esso Capra, che ancora non me li ha restituiti, nè posso cavargeli hora di mano, essendo egli a Venetia: ma mi raccordo che ne diedi uno a Girolamo, scritto di mano del Capra, da cui si potrà cavare qualche lume di ciò che si cerca. Io so di haverne uno di quei stampati dal Capra, et ho fatto diligenza di trovarlo, per vedere come dice et se si assimiglia ad alcuno di quelli ch'io li diedi; nè ho potuto oggi ritrovarlo. Per certo questo gallante giovane ha trovato una bella via da farsi fammoso con le fatice d'altri; ma la famma potria, di buona et honorata ch'egli pretendea, cangiarsi in rea et vituperosissima: nè ho dubio che V. S. Ecc.ma non sia per riversargela malamente, benchè con ogni ragione.
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