Gli altri effetti poi tutti della calamita si veggono in questa mirabilmente per la sua gran forza.
Questo gentilhuomo mi scrive, essergli altra volta stati offerti 200 scudi d'oro da un gioielliere tedesco, che la voleva per l'Imperatore; ma non glie la volse dare altrimenti, stimandola egli assai più. Io non ho potuto nominare a questo gentilhuomo la persona che la domanda, nè anco la nominerò, se non ho altr'ordine da V. S.; e per essere detto signore lontano di qua, non ho potuto havere risposta da esso se non oggi: dalla quale ho cavato solamente, che quanto alla calamita la concederà, benchè prenda gran piacere de' suoi effetti: ma per quel che mi accenna, la stima oltre a 400 scudi. Molte volte gli ho sentito dire che non la darebbe per manco oro di quello che lei sostenesse attaccato ad un ferro, il che saria per più di scudi 400: ma circa a questo non m'ha scritto adesso cosa alcuna. Io starò aspettando ordine da V. S. di quanto vuole che io tratti, chè non mancherò di ubbidire a' cenni del nostro Sig. Principe. Al quale intanto umilmente m'inchino, e a V. S. con ogni affetto bacio le mani.
Di Padova, li 16 di Novembre 1607.
Di V. S. molt'Illustre
Servidore Obligatissimo.
Galileo Galilei.
169.
GALILEO a [CURZIO PICCHENA in Firenze].
Padova, 4 gennaio 1608.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. V, car. 9. - Autografa. Nel margine superiore a sinistra si legge, di mano di BELISARIO VINTA: "Se leva cinque libbre di Firenze quanto ella pesa": cfr. n.° 170.
Molto Ill.re Sig.re e Pad.ne Col.mo
| |
Imperatore Padova Novembre Illustre Obligatissimo Galilei Firenze Firenze
|