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      Ritrovandomi in obligo di rispondere qualche resoluzione al padrone della calamita, che è l'Ill.mo S. Gianfrancesco Sagredo et havendo ricevuta l'ultima di V. S. molto I., nella quale mi scrive, la mente di S. A. S. esser di non trattare di essa calamita quando quel signore stia in prezzo così alto, desiderando pure che S. A. non habbia domandato cosa possibile ad haversi senza ottenerla, ho scritto a questo signore per veder di persuaderlo ad abbassarsi, et ne ho hauta la risposta che V. S. vedrà qui alligata(339): per la quale, poi che si rimette all'arbitrio mio, possiamo stimare che la pietra sia nostra. Solamente mi dispiace l'avergli io da principio detto di trattare per un signor Pollacco, mio scolare, il quale (per colorir la tardanza delle risposte) si trovi di presente in Firenze; che quando io potessi mostrarmi con questo signore interessato alla metà di quello che sono per servire S. A. S. haverei, conforme alla sua offerta, la calamita ad ogni prezzo, sì come son sicuro che si haverebbe in dono, quando in luogo della mia piccolissima autorità potessi usar la somma del domandante. Però se parerà a S. A. quello che pare a me, ciò è che dalla risposta del S. Sagredo possiamo, con l'interposizion della mia, qual ella si sia, autorità, assicurarci di haver la calamita ad ogni honesto prezzo, starò aspettando che V. S. mi comandi: "Proferiscigli tanto", che così esequirò.
      Ho voluto mandar la propria risposta a V. S., perchè al manco da quella possa accertarsi et farne poi fede a S. A. S., come io ho procurato di servirla con ogni mio potere.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume X. Carteggio 1574-1610
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 710

   





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