Fuori: All'Ill.re Sig. mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Padova.
Firenze.
171.
GALILEO a [BELISARIO VINTA in Firenze].
Padova, 8 febbraio 1608.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. V, car. 11 e 12. - Autografa.
Ill.mo Sig.re e Pad.ne Col.mo
La gratissima lettera di V. S. Ill.ma, scritta da l'Ambrogiana, li 13 di Gennaio, non mi č stata resa prima che li 3 di Febraio; et di questa tardanza ne č stata, per mio avviso, cagione la immensa copia di giacci et nevi, che per molti giorni hanno tenuto impedito il transito da Venezia a Padova: et di presente ancora, haviamo qui in Padova la neve alta per le strade 4 et 5 braccia, cosa orribile et che supera le memorie de gl' huomini et delle carte(342).
Ho intesa la resoluzione del Ser.mo nostro Padrone intorno alla calamita, conforme alla quale scrissi all'Ill.mo S. Sagredo, padrone della pietra; il quale, per havermi scritto molte altre mani di lettere intorno a questo negozio, et per trovarsi occupatissimo nel mettersi all'ordine per il viaggio di Aleppo, dove va Consolo fra poche settimane, mi scrisse brevissimamente, et mi mandō la, calamita, dicendomi che io ne facessi quanto che a me piaceva, et che non era per ritirarsi indietro dall'oblazione che per altra lettera mi haveva fatto, quando me ne haveva fatto padrone, et che se non mi contentavo dell'haverlo tirato a 200 scudi d'oro, che io lo riducessi anco a 200 d'argento et a quello che pių mi piaceva, pur che io restassi satisfatto di haver gratificato quell'amico, della cui satisfazione io mi ero dimostrato cosė ardente.
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