In Venetia, li 17 Febraro 1608.
Di V. S. Ill.e et Ecc.maSer.re di core
Sebastiano Veniero.
Fuori: All'Ill.re et Ecc.mo S.r H.doIl S.r Galileo Galilei, Matematico di
Padova.
Al Santo.
173*.
MARINO GHETALDI a [GALILEO in Padova].
Ragusa, 20 febbraio 1608.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. VII, car. 88. - Autografa.
Molto Ill.re S.r mio Oss.o
I Sig.ri Reformatori hanno castigato il Capra dinnanzi al popolo assai bene, ma molto più dinnanzi agli inteligenti l'ha mortificato l'apologia(344) di V. S.; di manera che in un modo et in un altro è stato acconcio come meritava. Io mi ricordo che quando ero in Padua del 1600, V. S. mi mostrò molte operationi del suo compasso; e quanto a me non ho havuto bisogno d'altre prove, sebene vi sono infinite nella apologia, che tutto quello sia sua inventione.
La ringratio infinitamente tanto de l'haver voluto legger il mio Apollonio(345), quanto del'havermi mandato la sua apologia: et ogni volta che mi farà partecipe delle operationi del suo ingegno, gl'haverò obligo, perchè io sono qui come sepolto; chè non intendo altro se non quello che mi viene scritto qualche volta dal P. Clavio, e questo rare volte, per esser horamai vechio, che gli è più facile fugir lo scrivere che pigliar la penna in mano.
Haverei a caro veder il libro di V. S. della fabrica et uso del suo compasso militare, perchè vorrei far uno, chè habiamo qui un maestro, che nelle cose d'otone è valenthomo. Con che li bacio le mani.
Di Ragugia, alli 20 di Feb.o 1608.
Di V. S. Molto Ill.reAff.mo Ser.re
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