Firenze, 29 maggio 1608.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a XCIII, n.° 46. - Autografa.
Ill.re et Ecc.te S.r mio Oss.mo
Arrivò la calamita(396) benissimo conditionata, et arrivorno tutti quelli istrumenti; et il Gran Duca, mio Signore, et il Sig. Principe n'hanno fatta la prova con tutti quegl'instrumenti che son arrivati, et con tutte quelle regole et avvertimenti che V. S. n'ha dati, et ne sono rimasti sopramodo sodisfatti et contentissimi: et m'hanno comandato di scrivergliene, et aspettano a far la risposta per poterle dare il contento complito della loro sodisfattione et approbatione ed aggradimento insieme, havendomi certo comandato ch'io gli dica che restano sodisfattissimi della sua diligenza. Et ha ragione V. S. a dolersi che io habbi indugiato un po' troppo ad avvisarle di ricevuto, et la prego a perdonarmi; et son più che mai desiderosissimo di servire a lei in tutto quello ch'io possa. Et le bacio le mani.
Da Firenze, a 29 di Maggio 1608.
Di V. S. Ill.re et molto Ecc.teS.r Galileo Galilei.
Tutto suo Aff.mo per servirla
Belisario Vinta.
Fuori: All'Ill.re et molto Ecc.te S.r mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei, lettore delle Matematiche.
Padova.
Subito.
190.
GALILEO a [BELISARIO VINTA in Firenze].
Padova, 30 maggio 1608.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IV, car. 25. - Autografa.
Ill.mo Sig.re et Pad.ne Col.mo
La posta passata ricevei, per mano di persona di Corte, un ordine in nome di Mad.ma Ser.ma et del Ser.mo Principe in proposito del ritrovarmi io questa estate a Firenze: il quale, benchè habbia sembianza di conformità con l'altro scrittomi alcune settimane avanti da S.V. Ill.ma, tutta via viene espresso con modo tale, che potria anco, senza storcimento di parole, ricever senso di una benigna et mite revocazion dell'ordine primo.
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