Questa è l'istoria: et io, ritrovandomi aggravato dal male, porrò fine a questa mia, scritta in 5 giorni, et tornerò solamente a supplicare V. S. Ill.ma, per le viscere del Signore, a cavarmi di queste travagliose angustie con due sole sue righe. Et senza fine mi raccomando nella sua buona grazia, et con ogni reverenza li bacio le mani. Il Signore la feliciti.
Di Pad.a, li 30 di Maggio 1608.
D. V. S. Ill.maDev.mo et Oblig.mo Ser.re
Galileo Galilei.
191*.
FERDINANDO SARACINELLI a GALILEO in Padova
Artimino, 9 giugno 1608.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VI. car. 123. - Autografa.
Ill.re et molto Ecc.te S.r mio Oss.mo
La gran perdita, che ho fatta, del S.r Cipriano, mio zio, et tanto caro amico dì V. S., è stata tale, ch'io non potrei si non con molto mio dolore et travaglio significargliene una minima parte; et però passando di toccar questa corda, tanto dura all'orecchio mio et che tanto m'offende il cuore, sarò forzato a tacer quello di che pur sempre vorrei trattare. Dovrei certo et per la gentilissima lettera di V. S. et per molti altri rispetti consolarmi; ma bisogna pur che questa carne si risenta a ogni simil colpo, et tanto più d'huomini non ordinarii, et tanto congiunti e d'amore et di sangue. Confesso bene, che dove non può la forza humana, viva la divina, alla quale applicatomi et conformatomi, con la Dio volontà trovo questo sol rimedio per refrigerio d'un cuore afflitto, che congiunto con il buono aviso che mi ha dato della sua ricuperata sanità, m'hanno molto consolato.
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