Parmi altresì che non meno acconciamente venghino da i ferri pendenti dalla pietra circonscritti i devotissimi vassalli di S. A. S.; perchè se il ferro solo è quel metallo dalla cui durezza si traggono le più salde armi, sì per la difesa nostra come per l'offesa dell'inimico, chi non sa che nelle mani, nel cuore et nella fede de i sudditi è riposta ogni difesa et sicurezza del principe et de' suoi stati? Questa dunque, Madama S.a, quando così paia al suo purgatissimo giudizio, potrà esser l'impresa con la quale, a consolazion de i suoi popoli, in questa universale allegrezza, potrà il Ser.mo Principe scoprire quale egli voglia essere verso i suoi sudditi, et quali egli desidera che si mantenghino loro verso di esso. Et quando volesse l'A. V. mantener vivo nelle memorie de i suoi vassalli questo pensiero, potria in questa occasione fare stampar medaglie d'argento et d'oro, dove da una parte fusse questa impresa col suo motto, et dall'altra intorno a l'imagine del S. Principe quest'altro: Magnus Magnes Cosmos, che nel senso literale altro non dice se non che il mondo sia una gran calamita, ma sott'altro senso dichiara l'impresa.
200*.
PIETRO DUODO a GALILEO in Firenze.
Padova, 10 ottobre 1608.
Bíbl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXIV, n.° 77. - Autografa la sottoscrizione.
Ill.re et Ecc.mo Sig.r
Ricevo gran consolatione dalle lettere di V. S. Ill.re et Ecc.ma poiché in esse scuopro l'amor che mi continua; di che la ringratio infinitamente, assicurandola che l'amor suo è benissimo corrisposto et con altrettanto desiderio di servirla; quando si compiacerà valersi di me.
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