Ho salutato li figliuoli(413), li quali gli rendono molte gratie et la rissalutano doppiamente. Intanto le desidero felicità, et me le raccomando.
Di Padova, li X Ottobre 1608.
Di V. S. Ill.re et Ecc.maS.r Galileo.
Aff.mo per ser.la
Piero Duodo.
Fuori: All'Ill.re et Ecc.mo Sig.rIl Sig.r Galileo Galilei.
Fiorenza.
201.
CURZIO PICCHENA a GALILEO in Padova.
Firenze, 18 dicembre 1608.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VI, car. 127. - Autografa.
Molto Ill.re S.r mio Oss.mo
Quando V. S. era sul partir di qua, io le dissi che poi per lettera havrei replicato alcune cose a quel che scrisse a V. S. il suo amico di Verona(414) intorno alla nascita della mia figliuolina(415), perchè da questo io son venuto in dubio che forse l'hora non sia giusta.
Prima egli dice, che quest' anno corrente ella correva pericolo della vita, massimamente nel mese di Settembre: et a questo io dico, che la detta figliuola non ha mai havuto male di considerazione; et già si trova presso alla fine dell'undecimo mese. Poi dice ch'ella havrà roba da' suoi parenti ecclesiastici: et io rispondo che non mi resta parente alcuno, donde a lei possa venir roba nè anche di qui a cent'anni, nè dal canto mio nè di mia moglie. Stante adunque il dubio che l'hora non sia giusta, riceverei per favore da V. S. che il suo amico vedesse se si può aggiustare dall'istesso tempo della nascita, perchè intendo che la figliuola nacque in modo, che per mezz'hora o più fu tenuta per morta o che in breve spazio dovesse morire, perchè era nera et non faceva quasi movimento alcuno nè segno di vita, fintanto che, lavatala nella malvagía calda, ella rinvenne: et questo pericolo avvenne perchè nacque vestita et col tralcio avvolto intorno al collo, che quasi l'haveva soffocata.
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