Dico così, perchè più presto sfuggo il leggerne molte, che io lo cerchi, desiderando infinitamente più il tempo libero che l'oro; perchè somma di oro tale che mi possa render cospicuo tra gl'altri, so che molto più difficilmente potrei aqquistare, che qualche splendore da i miei studii.
Eccovi, S. Vesp. mio gentilissimo, accennati succintamente i miei pensieri: del quale avviso potrà V. S., se così sarà oportuno, far partecipe l'Ill.mo S. Enea, del favore del quale, insieme con quello dell'Ill.mo S. Silvio(441), so quanto mi posso promettere, et a quello solo ricorrerei in ogni occorrenza.
Intanto prego V. S. a non comunicar con altri quanto ho conferito seco, etc.
210*.
PIETRO DUODO a GALILEO in Padova.
Venezia, 6 marzo 1609.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXIV, n.° 75. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.re
Troppo mi favorisce V. S. molto Ill.re et Ecc.ma con le sue lettere e con la continuatione che vedo in lei del desiderio del bene de' miei nepoti(442); di che certo le portiamo quell'obligo ch'ella può per sua prudenza imaginarselo. Quanto a quello che mi scrive, io le dirò il mio senso, rimettendo però tutto alla sua prudenza. Per me io credo che sia bene proseguir l'opera fino alli sei libri d'Euclide, per spalancar loro la porta a tutte le sorte delle matematiche; e se bene a' figliuoli pare forse aspro, ciò non deve parer novo, perchè sono di questa natura, che facilmente intraprendono le cose e facilmente le lasciano: e questo è un habito cattivo, nè bisogna lasciar far radice, perchè questa sarebbe una strada di fare che non sapessero mai cos'alcuna; oltrechè a me non piacciono le cose imparate per metà, che vuol dire un saper nulla.
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