Ill.mo Sig.re e Pad.ne Col.mo
Fu da prudentissima determinazione de i primi ordinatori di questo Studio ordinato, che la lettura delle Matematiche, al presente da me esercitata, fusse letta in un'hora sola, nè da altre letture occupata, acciò che i medici et filosofi, bisognosi di molte cognizioni che da questa sono loro sumministrate, potessero, senza perdere altre lezioni, ascoltar questa; et si accomodò il Mat.co a legger dopo tutte le altre hore, per non impedire, né medici né filosofi, che tutte le altre hore tengono occupate(446). Hora, non so da qual cagione mosso, l'Ecc.mo S. Bimbiolo(447), dopo l'haver sin hora letto all'hora sempre sua consueta, et pure nell'ultima sua ricondotta riassegnatali da la parte dell'Ecc.mo Senato, è venuto in pensiero di voler leggere all'hora mia, con notabilissimo disturbo della mia lezione et danno de i miei scolari, li quali, sendo la maggior parte medici, non possono ascoltar quella senza perder la mia; onde mi è parso necessario dar conto a loro Ill.mi et Ecc.mi SS.i Riformatori di questo disordine, et supplicarle che voglino esser servite di prendere sopra ciò quella provvisione che alla prudenza loro parrà oportuna per restituir le cose nel loro ordine et rimuovere ogni confusione: perchè in effetto, da 17 anni in qua che io leggo in questa catedra, nissuno ha mai letto all'hora deputata alla mia lettura, salvo che il medesimo Ecc.mo S. Bimbiolo due anni fa alcuni pochi mesi, taciuti da me per havermi dato parola di esser per ridursi alla sua hora consueta, sì come haveva fatto, poi che tale è il comandamento dell'Ecc.mo Senato.
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