Io mi vado pensando, che V. S. molto Ill.re sii troppo dolce con loro; et qualche volta qualche ammonitione non sarebbe se non a proposito, perchè sono di natura che vorrebbono saper tutto in un subito, e com'incontrano nelle cose difficili, si smarriscono, non sapendo essi che Iddio ha poste le virtù sopra l'altissimo monte di sudori e di fatiche, senza le quali non occorre sperar di pervenire. Io voglio sperare in fine che, con li amorevoli raccordi et indrizzi di V. S. molto Ill.re, prenderanno cuore; e quando facessero altrimente, facilmente se ne accorgeremo(450). Io riposo sopra l'amore di V. S. molto Ill.re, e da questo spero tutto quel frutto che posso desiderare. E nel resto mi offero al suo servitio.
Di Ven.a, li X di Marzo 1608(451).
Di V. S. molto Ill.reSer. Aff.mo
Pietro Duodo.
Fuori: Al Molto Ill.re et Ecc.mo S.rIl S.r Galileo Galilei.
Padova.
216*.
GIOVANCOSIMO GERALDINI a GALILEO in Padova.
Firenze, 12 marzo 1609.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VI, car. 119, - Autografa.
Ill.re et Ecc.mo Sig.re mio Oss.mo
Non mancai subito fare il debito mio in presentare la lettera di V. S. al Ser.mo Gran Duca, e ci aggiunsi quelle parole che mi parse, come tanto caro amico che li sono. L'A. Ser.ma mi rispose con tanta humanità, che non si può dir più; e mi disse: "Scriveteli, che dove potrò, vedrà dall'effetti quanto l'amo", e altre parole molto amorevole, che ne ho preso di nuovo gran contento. Non mancai baciare le mani(452) all'Ill.mo Sig.re Silvio(453), Sig.re Cav.re Ferdinando(454), Sig.re Piovano, Sig.re Gonzaga(455), che tutti gnene rendano dupplicati, come fo io con ricordarmeli servitore e pregarla a degnarsi di comandarmi.
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