XVIII copiate dall'esemplare di pugno del VIVIANI, che le avesse scritte in testa alla trascrizione propria. La copia dei Mss. Galileiani (e così le stampe, che da essa derivano) arriva soltanto fino alla lin. 121 della Edizione Nazionale, ed ha materiali errori, dovuti manifestamente a false letture: questi errori furono talora corretti da un'altra mano, ma, come appare, senza che si ricorresse all'originale, e quindi non sempre felicemente. Neanche la copia del sec. XVII è scevra di trascorsi di penna e di ortografia, che abbiamo dovuto correggere e de' quali alcuni ci parve opportuno indicare appiè di pagina: li abbiamo distinti con la lettera A, mentre con la lettera G abbiamo registrato le numerose varianti della copia derivata dalla bozza.
Per satisfare a V. S. Ill.ma, racconterò(501) brevemente quello che ho osservato con uno de' miei occhiali guardando nella faccia della luna; la quale ho potuto vedere come assai da vicino(502), cioè in distanza minore di tre diametri della terra, essendochè ho adoprato un occhiale il quale me la rappresenta di diametro venti volte maggiore di quello che apparisce(503) con l'occhio naturale, onde la sua superficie vien veduta 400 volte, et il suo corpo 8000, maggiore di quello(504) che ordinariamente dimostra(505): sichè in una mole così vasta, et con strumento eccellente, si può con gran distintione scorgere quello che vi è; et in effetto si vede apertissimamente, la luna non essere(506) altramente di superficie uguale(507), liscia e tersa, come da gran moltitudine di gente(508) vien creduto esser lei et li altri corpi celesti, ma all'incontro essere aspra, et ineguale, et in somma dimonstrarsi tale, che altro da sano discorso concluder non si può(509), se non che quella è ripiena di eminenze et di cavità, simili, ma assai maggiori, ai monti et alle valli che nella terrestre superficie sono sparse(510). Et le apparenze da me nella luna osservate, sono queste(511).
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Mss Edizione Nazionale
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