Da poi la mia partita, quando Galileo scriveva a Benedetto(575), sapevo qualche cosa; ma da un mese in qua, che non scrive, non sento cosa alcuna: mi imagino che non scriva per non li mandare e' danari che à speso per m[e] e per la Verginia(576), o forse per non li mandare dua vetri che più volte li à mandato a chiedere, se bene indarno. Però, caro Mess. Alessandro, vi prego a far di modo che lui ne habbia due o 3, ma non di quelli dalla vista corta e incavati, perchè ha quello che li lasciò Galileo, ma di quelli piani che vanno di sotto al cannone, cioè quelli che sono in fondo, e che quando si guarda dalla parte loro, si vede le co[se] lontanissime. E perchè Galileo ne ha quantità, non vi sarà difficile il pigliarne [2] o 3 o 4, e metterli in fondo di uno scatolino, empiendo il resto di pillore di Acquapendente(577), di quelle che portai io qu[a]: e questo ve ne prego caldamente, poi che Galileo è tanto ingrato a uno che li à fatto e fa continovamente tante carezze alle cose sue, che niente più. E la putta(578) sta tanto volentieri qua, che non vuol più sentir nominare cotesti paesi.
Vi raccomando la tessiera, che quanto prima sia servita; e scrivetemi, perchè per ancora non son comparse le robe che lasciai che mi mandassi, nè so a quello [che] pensi di fare. Se direte il costo delle pillore, ve lo farò rimborsare dal S.r Bandino(579). E N. S. vi feliciti.
Di F.e, a 9 di Gen.° 1609(580).
[....] madreGiulia Galilei.
Fuori: Al molto Mag.co et Honorand.o [Mess. Alessa]ndro,
in casa il [Matem]atico, in
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