Iersera in casa il Sig.r Nori(647) ne leggemmo un pezo, quella parte che tratta de' pianeti nuovi; e finalmente è tenuta gran cosa e maravigliosa. Il Vivai (credo che V. S. se ne ricordi) ne scrisse a' dì passati al Magino; rispose che era cosa di maraviglia e stupore, ma che consisteva nella sperienza.
Ora, padron mio, V. S. debbe sapere che Firenze è piena d'occhiali venuti di Venezia a instanza di diversi, i quali sono più che ragionevoli; di maniera che, vedendo io la cosa sì divulgata, haveva risoluto di pregar V. S. che mi volesse far grazia di mandarmene uno, non pretendendo delli squisiti, ma de' manuali, come paresse a lei. Ma sentendo da lei che ne ha fatti ben cento, lasciati stare li dieci da principi, ne desidero (se la domanda non è troppo ardita) uno de' 90 da amici; e mi scusi s'io son troppo importuno, perchè, per dirgliela, il popolo mi ci ha fatto pugnere, col tanto dire che essendo io tanto servitore a V. S., è maraviglia ch'io non sia stato favorito da lei: sì ch'ella sente.
Quanto alla sua figliuola(648), io ho per negozio finito il metterla nella Nunziatina(649), perchè le monache dicon di sì, e 'l governatore ha risposto che non crede ci abbia a esser difficoltà. Si conchiuderà il negozio, e io non mancherò di sborsare quello che bisognerà: dicono volerci un letto e non so che altre cose, e 'l salario di 6 mesi anticipati, e vogliono 42 scudi l'anno, chè così dicono esser il solito. Si farà il meglio che sia possibile.
Il Sig.r Andrea(650) scrive di nuovo a V. S.; sì che io non so che me li dire di lui, se non ch'egli gl'è servitore.
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