Altro non mi occorre; solo vi prego a scrivermi spesso, e non mancate mandarmi le corde, et sopra tutto che quando sarete a Firenze, mi procuriate lettere di raccomandazione dal G. D. al mio Patrone; ma che sieno di quelle buone, sì come voi potete facilissimamente ottenere. Altro non vi ò che dire, solo pregarvi a ricordarsi di me et di quello che vi ò dimandato. La mia moglie vi si raccomanda di cuore, sì come faccio io ancora, dispiacendomi sentire che siate travagliato dal mal vecchio, sì come son io ancora; ma pazientia, rimettendo tutto a Dio.
Poscritta.
Havendo il Sig.r Lorenzo Petrangoli, senese et cappellano di S. A., vostro amico vecchio, scritto a Siena al Sig.r Domenico Meschini la copia di quella lettera che mi scrivesti circa le maraviglie scoperte da voi in cielo, li dà questa risposta:
La nuova che V. S. mi dà del'occhiale del S. Galilei non mi è stata nuova, ma grata, come procedente dall'affezione di V. S.; perchè tengo appresso di me un occhiale, non così buono come dice il Sig.r Galilei, ma ragionevole, et in breve ne spero un migliore, per veder poi la mia vista a chi più si accosta, o a quella del Sig.r Galilei, o a quella d'un altro osservatore in Roma, che dice haver veduto che la luna traspare, contrario appunto al S.r Galilei; alla oppenione del quale non solo mi accosto per una certa mia openione, ma anco per saper il valor suo, per altro tempo et in altre occhasioni noto
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Detto Sig.r D. Lorenzo vi saluta, et vi si ricorda affezionatissimo.
Di gratia, non mancate mandarmi ancora dui o tre copie di libri, per mostrarli qua ad altri mia cari patroni, quali li desiderano grandemente.
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