E per non tediarla più, le bacio le mani.
Di Crema, li 16 Giugno 1610.
Di V. S.Ill.re et Ecc.maS.r D. Galileo. Pad.a
Aff.mo Ser. di coreOratio del Monte.
Fuori d'altra mano: all'Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.moIl Sig.r D. Galileo Galilei, Mattem.co nello Studio di
Padova.
332.
GALILEO a [BELISARIO VINTA in Firenze].
Padova, 18 giugno 1610.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. V, car. 38. - Autografa.
Ill.mo Sig.re et Pad.ne Col.mo
La lettera humanissima di V. S. Ill.ma, scrittami ultimamente, non mi fu resa qui in Padova se non il sabato prossimo passato, sì che era trascorso di un giorno il tempo di potergli dar risposta. Havendo hora intesa la determinazione di loro Al.ze Ser.me et ricercandomi lei sopra ciò l'ultima mia et specificata deliberazione, gli dico che a quanto loro A.ze Ser.me hanno stabilito, sì circa lo stipendio come circa il titolo, niente o poco sono per domandare che si alteri, come quello che altro mai non ho desiderato che l'intera satisfazione di loro A.ze Ser.me: et questo poco si ristringe a stabilire et specificare, la mia condotta essere durante la vita mia, sì come in vita ero condotto qua, se cominciavo il servizio al prossimo Ottobre venturo; e circa il titolo, piacendo a loro Alt.ze Ser.me di nominarmi Matematico primario dello Studio di Pisa, desidero che pur tuttavia mi resti il titolo non solo di Filosofo del Ser.mo G. D., ma di Matematico ancora. Et sopra questo mi fermo, et di tanto ne do certa et resoluta parola a V. S. Ill.ma, acciò possa ultimare et effettuare quello che resta: il che stimo che sarà bene che segua quanto prima, perchè havendomi il Ser.mo G. D. comandato che io fussi costà questa state, io potessi liberarmi di qua con ogni prestezza e trasferirmi a Firenze, senza haver più bisogno di ritornar qua di nuovo.
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