Et il Signore Iddio vi conservi et contenti.
Di Firenze, li X Luglio 1610.
Il Granduca di Tosc.aSig.e Galileo.
Fuori: Al Mag.co Mess. Galileo Galilei,
nostro dilett.moPadova.
360.
MARTINO HASDALE a GALILEO in Padova.
Praga, 12 luglio 1610.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VI, car. 65-66. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.mo
Non risposi alla cortesissima lettera di V. S. delli 24 del passato per carestia di tempo, riducendomi il lunedì (che parte l'ordinario per Italia) tardi ascrivere. Hora con questa supplirò in qualche parte.
Imprimis, che quello che le ho scritto del Magino et suoi seguaci sia vero, lo torno a confirmare, nè occorre dubitarne un pelo, et m'obligo sempre di verificarlo con le loro medesime lettere. Et haveano fatta una fattione sì gagliarda, prima partisse il Zugmesser per Vienna con il suo padrone, che havevano infettata tutta Corte; ma per gratia del Signore Iddio et mercè della verità, sono restati chiariti, almeno si vanno chiarendo poco a poco. Il povero Chepplero non poteva più resistere a queste oppositioni, che le venivano fatte con le lettere di Bologna, con le quale pretendevano che V. S. fosse partita da Bologna confusa et convinta, cantando già il triomfo costoro, come che appoggiati in una sententia diffinitiva dell'Università di Bologna.
S. M.tà Cesarea è stata cagione, che il progresso fatto dagli avversarii sia andato calando, perchè S. M.tà si chiama contentissima et sodisfattissima.
Come torna il Zugmesser da Vienna, non mancherò di ingegnarmi di farlo capace, con quello ch'ella mi ha scritto della contesa con il Capra.
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