Di Pad.a, li 30 di Luglio 1610.
Di V. S. Ill.maSer.re Oblig.mo
Galileo Galilei.
371*.
ODOARDO FARNESE a GALILEO in Padova.
Roma, 6 agosto 1610.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIV, car. 45.- Autografa la firma.
Molto Mag.co Sig.re
Il desiderio ch'io tenevo d'uno de gli occhiali inventati da V. S., et la prontezza con la quale ella si è mossa a compiacermene, possono renderla persuasa del molto obligo ch'io riconosco alla cortesia sua di quello che mi ha mandato. Tuttavia serviranno anco le presenti righe per un testimonio del mio riconoscimento, et insieme della particolarissima stima ch'io faccio della persona et valore suo, a fin ch'ella habbia da fare capitale de i meriti che tiene meco et del prontissimo desiderio mio verso di lei, in ogni occorrenza, come di cuore ne la prego. Et il Signore Dio la prosperi
Di Roma, li 6 d'Agosto 1610.
S.re Galileo Galilei.
Tutto di V. S.
Il Car. Farnese.
Fuori: Al molto Mag.co Sig.rIl S.r Galileo Galilei.
Padova.
372.
ALESSANDRO SERTINI a GALILEO in Padova.
Firenze, 7 agosto 1610.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VI, car. 69-71. - Autografa. A car.71t., accanto all'indirizzo, si legge, di mano di GALILEO: "S. Sertini: parla del Sizii".
Molto Ill.re ed Ecc.mo mio Sig.re
I parenti s'hanno quali la ventura gli dà, gl'amici quali l'huomo se li sa scerre: però non posso far altro di questo mio(827), il quale è un pezo che io mi accorsi che haveva preso troppo della qualità franzese. Ho volsuto ch'e' vegga la lettera che V. S. ultimamente mi ha scritto, ciò è il capo dove ella mi tratta di lui, e gliel'ho fatta mostrare da uno amico suo, ma che non approva questo modo di fare, e più presto crede, sì come ed io ancora, che corra un gran risico di farsi scorgere per uno scimunito.
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